I Ponti di Marmo della Venezia
Una visita alla scoperta degli storici ponti della Venezia e di quei messaggi vergati da uomini di mare, di epoche ormai remote.
La Seconda Guerra Mondiale ha distrutto gran parte del centro storico, cancellando le testimonianze più antiche di Livorno . Sebbene ben poco si è salvato,oggi anche quelle residue testimonianze di epoche passate rischiano di andare perdute per colpa dell’incuria,del degrado e del tempo. Fra queste vi sono degli straordinari messaggi di epoche ormai lontane ,che si trovano tuttora incisi sulle spallette di marmo di due ponti, realizzati a cavallo tra ’600 e ’700 in occasione dell’ampliamento del quartiere “Venezia”: Sia sul Ponte di Marmo all’inizio dell’elegante via Borra, sia sul Ponte S.Giovanni Nepomuceno in via della Madonna. Sconosciuti ai più, queste incisioni lasciate secoli fa nella dura pietra , oggi corrono il serio pericolo di scomparire per sempre. Sono scritte che ci parlano di un mondo passato,che raccontano storie di Livornesi e non, che qui vissero ed ebbero uno stretto rapporto con il mare.Da sempre incentrata sull’economia marinara, Livorno, oggi com allora era un importante porto e punto di riferimento nel Mar Mediterraneo. I traffici mercantili costituivano una risorsa molto importante per la città, tanto che furono costruiti dei fossi navigabili per permettere alle merci di arrivare dentro la città fin alle singole cantine adibite ad uso magazzino, solitamente poste sotto l’abitazione o la bottega dei diversi mercanti.
Questo sistema commerciale garantiva così molta occupazione, con una domanda forte sopratutto di facchini, barcaioli e marinai e pescatori, spesso provenienti da altre città.
Ed è proprio dalla mano di questa umile gente di mare che provengono quelle scritte nella pietra: gente che lavorava sulle navi e che affidava al marmo i propri sogni e speranze di poter tornare a terra dopo lunghissimi e interminabili imbarchi; ma talvolta questi messaggi venivano anche incisi dai parenti, a volte costretti a piangere i loro cari che in mare avevano trovato una fine tragica. Oggi a questi segni sono quasi dimenticati , ma in epoca passata, anche la famosa letterata di origine greca(ma nata a Livorno), Angelica Palli, si interessò a questa curiosa usanza, parlando così del Ponte di Marmo “un cenotafio consacrato dai figli della Venezia livornese alla memoria dei loro morti”(Cenni su Livorno e dintorni,1856). Ma fra le scritte ancora leggibili appare chiaro che le incisioni non sono solo epitaffi o preghiere, ma son presenti anche accurati disegni, come quello di cavalli,angeli,croci,lapidi e urne,navi e c’è anche chi con grande maestria ha riprodotto sul marmo del Ponte anche la Torretta che si vede non molto distante. E c’è chi nei tribolati anni dell’unificazione d’Italia sapientemente incideva il marmo con scritte patriottiche come “W l’Italia” o “Dopo 17 secoli-il dì 20 settembre 1870- Oggi l’italiani a Roma“.Sogni,speranze,dolore e sofferenza, questo ci trasmette questo freddo marmo, le cui incisioni più vecchie sono del 1600.
Inoltre sul Ponte San Giovanni Nepomuceno, si trova il monumento in marmo dedicato al santo patrono della Boemia, S.Giovanni Nepomuceno, protettore dalle alluvioni e dalle morti d’annegamento tanto da essere divenuto anche il protettore dei Gondolieri di Venezia. La statua fu realizzata nei primi decenni del 1700 in occasione della visita di Maria Teresa d’Austria e Francesco I di Lorena granduchi di Toscana.Vi consiglio di andare a visitare i due ponti,ne rimarrete felicemente impressionati.
Jacopo Suggi
Pro Loco Livorno
si ringrazia Livorno Daily Photo per alcune foto (le più belle).